martedì 4 marzo 2014

nel corso del tempo

È da tanto che sono fuori casa, la terza volta che ho lasciato un posto in cui ero riuscito, dopo molte scorze da rompere, a sentirmi bene, che ci fossi nato o no. Queste separazioni non é che si sommino algebricamente. ma sono come dei tagli, li sento. Percepirsi spezzato é proprio degli inizi.  Posso e potrò vivere più o meno dappertutto (senza tener conto di ipotesi estreme, chiaramente), ne sono convinto. 

Ciò che fa la differenza è il TEMPO.

Ho la fortuna di saper conoscere (e di saper riconoscere) abbastanza rapidamente chi potrà diventare un buon amico e chi no, credo.   E ho la fortuna ancora più grande di aver già trovato persone con cui ci sono tutti i presupposti perché si sviluppino solide amicizie nella terra delle solide finanze. 

Il mio lavoro, frattanto, impone un silenzio assordante, perfetto per covare nostalgie. E la nostalgia delle vite precedenti che mi sono lasciato in Liguria o a Tubinga é la nostalgia di quell’intimità che si può costruire solamente nel corso del tempo.

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