sabato 15 febbraio 2014

porchetta e currywurst

Diciamocelo, la nostra epoca può essere anche divertente. Dimentichiamoci per un secondo lo spesso male di vivere incontrato nell’incartocciarsi del contratto di precariato riarso. La nostra epoca ti permette di fare la foto mentre reggi la torre di Pisa che pende pende e mai non va giù a ora di pranzo e di vagare per i praticelli tra il Reichstag e la porta di Brandeburgo a ora di cena. Di leggere un noir genovese sull’aereo pisaberlinese pagato meno di cinquanta euros. Di conoscere una ragazza di Lu’’a che lavora a un patronato Uil a Berlino. Di scrivere queste fregnacce via pc su un intercity Berlino-monacodibaviera che si spiezza in due all’altezza della cittàdilutero Eisenach. Di viaggiare su quel treno con un’offerta speciale su internet che poi stampi il biglietto comodamente a casa tua e il controllore con una specie di pistola aliena sparaflasha e riconosce che non gli stai presentando una patacca. E ti chiede anche la carta di identità, quella invece, italianamente stampata ancora su cartapecora di incunabolo cinquecentesco. Di ascoltare musica registrata a cuba sul detto computer assemblato in cina mentre stai facendo quel viaggio. (Di avere amici del paese a fianco del tuo che si sposano una signorina di cuba).
Tutto questo sembrerà ovvio, ed è bene che lo rimanga. La vita è un fatto ovvio mentre vivo. Ma oggi, saranno le dodici ore di viaggio sul groppone (e ce ne sono ancora due tutte da fare fino alla piccola capitale dello spirito assoluto dove mi verrà a prendere una collega palestinese) non mi sembra poi così ovvio. C’è proprio spazio per tutto nella vecchia Europa, fosse anche solo nella sua fascia centrale (quella che si chiamava Lotaringia un po’ di anni fa?) e me ne stupisco come un bambino, o forse, meglio ancora, come un vecchio. Come la sciura berlinese su stampella che nei sotterranei della hbf guardava attonita un Davidbeckham scheletrico e tatuato pubblicizzare braghe di un pigiama di h&m.

Mai come oggi è facile passare dai lungarni pisani che quasi mi commuovo da tanta beauté alle ragazze coi capelli creativi della capitale tedesca, rasati da un lato e leopardati fucsia. Duemilacinquecento anni fa un omino chiamato Eraclito diceva che capiamo vagamente qualcosa della vita solamente grazie ai contrasti. La vita è fatta di priorità, come diceva il postmoderno Magnum Algida, ma anche di polarità. Se manco un’ora fa alla Berlin hbf stavo ingurgitando un currywurst prodotto in serie e senza amore scroccando lo sgabello a quelli di Burgerking, alle 11 di stamattina stavo addentando un panino colla porchetta in una stazione di servizio nei pressi di forte dei marmi. Anzi, non era un panino, dovete saperlo. Il benzinaio dell’Agip qui poco dopo il casello Versilia non ti confeziona il panino chiuso ma ti mette il porchettone delizioso in un vassoio e il pane coi semi di finocchio a parte semiaperto ché dice ‘autogrill spa mi ha vietato di fare panini, ma questo lo chiamo ‘tagliere’. Tre euro e pochi centesimi. Mito assoluto. Prenderei sempre l’aereo da Pisa solo per passare a mozzicare un vassoio di pochetta con pane a lato solo per lui. Possa lo spirito assimilitorio e onnidivorante del putrescente capitalismo tardo moderno risparmiarti nei secoli, tu, fulgido esemplare di genio italico. Amen.

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