lunedì 26 agosto 2013

compagni di strada

Da un anno si sposta attraverso inserzioni sulla rete. seleziona dove si trova e dove vorrebbe andare, il giorno o una fascia di date e contempla i risultati. fondamentalmente è un po’ tirchio e anche troppo fiducioso nell’umanità: ma i prezzi sono buoni, e affidarsi a un pilota sconosciuto non lo spaventa. quasi lo considera una innocente forma di gioco d’azzardo. un placido sfogo dell'eterno desiderio di scappare di casa, ibridando un film di wes anderson e un romanzo di paul auster. nell’arco di dodici mesi si è spostato dal mare del nord alla foresta nera, dalla foresta nera al mediterraneo, dalla città dove Hegel è nato alla città dove sempre Hegel ha visto innanzi a sé lo spirito Assoluto. ha affidato il suo divertito stupore a piloti etiopi super veloci, a tedeschi dell’est aggiustatutto, a esemplari di frau cdu che ascoltano bublé, a quarantenni tonici in occhiali da sole gel e aria selbstbewusst. ha condiviso i paesaggi, le musiche, le code. le soste in autogrill, persino un wurst della turingia. quasi sempre ha avuto qualcuno a fianco. spaurite studentesse, ingegneri del lussemburgo, coppie brasil-alemanne amichevolissime. è stato a bordo di lussuose berline e di allargate station wagon, di esecrabili suv e di umili utilitarie. e persino di un pullmino volkswagen con altri sette umani di quattro diverse nazionalità e un emaciato mahatma al volante. dal quale sta scrivendo questo post. ha imparato canasta e ha insegnato cirulla. a volte, alla fine ha scambiato il numero, per vedersi anche senza quattro ruote di circostanza. altre volte s’è talmente rilassato da lasciare qualche oggettino a bordo. ha poi condiviso partite di bundesliga e grigliate nei weekend seguenti, ha ottenuto biglietti di visita da installatori di pannelli solari nel regno unito o di improbabili studenti della facoltà di idrologia. ha accarezzato l’idea di aprire una vineria in germania con un autista d’origine algerina particolarmente socievole. spesso se ne è rimasto nel suo silenzio ascoltando l’mptre. o ha dormicchiato. ma sempre comunque non ha avuto paura. dell’opportunità di viaggiare insieme (Mitfahrgelegenheit) e di dialogare con gli sconosciuti. che dopo tutto– come dicevano a un festival musicale nella sua Liguria -  tali rimangono fino a che non decidi di rivolgere loro la parola.

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