domenica 15 settembre 2013

francesco nei paesini (non ditelo a wim wenders)

A lungo ho fantasticato, un po’ come win wenders, credendo che la germania fosse l’america.  si va bé sono un ingenuo lo sapete. però... è così pianeggiante da fare effetto alla mia ligurità, solcata da una capillare rete di piste ciclabili, attraverso la quale è pressoché possibile, pare, andare ovunque. se uno vuole anche fino a berlino. a lungo guardavo quasi attonito questa immensa pianura. mi attraeva l'ampiezza che il mio sguardo poteva godere. ma mi deprimeva che in un raggio di km e km e km al fine non v'era poi nulla da guardare. qualche monte squadrato con una cazzuola molto lontano. qualche abetaia scharzwalder scheletrica. 
comunque, mi mancava il velocipede.  ne ho avuto uno, stevens si chiamava, che ha avuto più sfiga che il genoa negli ultimi novant’anni. lo comprai con un caro amico napoletano da uno zingaro a un mercatino delle pulci, in un sabato mattina d'autunno. ci dettero anche due sacchetti di castagne, e bene così.  tentammo pure di salvarlo, innestandoci cavetti e freni d'un altro mezzo sul suo robusto telaio teutonico. ma qualcosa fallava sempre. la ruota si sgonfiava. la catena cadeva ogni due per tre. il sellino dava dolori lancinanti che manco ai tempi delle centoventi giornate di sodoma. arrabbattandomi ad minchiam canis, ho trovato un’altra due-ruote dall’apparente stabilità. pare pure assomigliare a un oggetto ignoto alla spigolosità appennica, che risponde al nome di bici da corsa. messa su con sapienza chirurgica da un bicilettaro indomito del quartiere della stazione, questo esemplare viola azzurrino è un fedele destriero che mi sta accompagnando nel mio remake del noto capolavoro wendersiano 'alice nelle città'. ne sta uscendo un molto più prosaico 'francesco nei paesini'. 
perchè da venti giorni a questa parte, insieme a una coraggiosa conquilina della cappadocia, sono decisamente unterwegs. posti dimenticati da dio e dalla storia stanno venendo allo scoperto uno dietro l'altro. gomaringen, il cui medico ebreo venne spietatamente deportato dopo aver guarito decine e decine di paesani in anni e anni - e a volte è anche meglio se la storia non passa mi sa - ; il delizioso quartierino residenziale di derendingen, che renderebbe anche cheguevara un borghese piccolo piccolo per farsi la casetta di legno; la cittadella di rottenburg an neckar, che se la tira da piccola capitale con più bandiere che all'onu; hagelloch, ovverosia buco di grandine, dal 1106 fieramente arroccata a otto km di salita da tubinga (e chi te pija così imbriccata?); hirscau con i suoi deliziosi dolcetti fatti con frutti non meglio chiariti - e, incredibile, panificati in loco (dovete sapere che in germania il pane è infornato da grassi grossi grossisti che lo spacciano in tutto l'hinterland, dando all'auspicata fragranza cerealifera il malinconico gusto della produzione in serie); kirchentellinsfurt, dove alle 13 pagheresti oro una baguette industriale, ma tutto è già chiuso per la pausa pranzo (cosa che negli esercizi commerciali tedeschi non esiste. forse qui la storia deve ancora arrivare. e qui non sarebbe male se si desse una mossa). persino castelli, insospettabili splendidi castelli, a dieci km di pioggia dalla universitaetstadt. dove si cena alle 17.30 e poi tutti a nanna. c'è tutto un mondo intorno, come dicevano i matia bazar. il mondo dei paesini.

1 commento:

  1. Ci sono nazioni in cui la vita dei paesini racconta molto più delle grandi città - dove invece del "cena alle 17.30 e a nanna" si usa piuttosto la formula "stacchi alle 17.30 e poi a bere". Anche la Sicilia per certi versi non è troppo dissimile, a parte il divieto per legge di usare la bici se ci tieni a vivere.
    Sono a Tubinga da un mese e spero di fare presto conoscenza con queste realtà. Sono vecchia già a 25 anni? Eppure...!

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