mercoledì 29 maggio 2013

Ognuno ha i "suoi" gusti

Ci sono frasi che bloccano la conversazione, la rendono brutalmente inutile, abortiscono ogni germoglio di dialogo. Una di queste è la apparentemente ragionevolessima "(ma) ognuno ha i suoi gusti". Quante volte mi è/vi sarà capitato parlottando con un vostro interlocutore in questioni più o meno estetiche (un film, un costume da bagno, un capolavoro della letteratura ungherese d'inizio Novecento) di ottenere come risposta, più o meno piccata, più o meno convinta, un "(ma) ognuno ha i suoi gusti". E magari d'arrancare nel tentare una risposta. 
Questo fatto è interessante, tanto più quanto chi si sente così relativista in questioni di gusto, ovvero, di estetica (se dove c'è Barilla c'è casa, dove c'è gusto c'è estetica, pare) al punto da provare quasi fastidio nei confronti di chi tenti (talora sconfinando nello sparare bertoncellianamente cazzate di Gucciniana memoria, giova ricordarlo) un giudizio di tale natura, è magari salomonico e inflessibile in questioni di tutt'altra natura, per esempio di ordine etico. Lì non sarebbe disposto a pensare che ciò che è bene e ciò che male sia questione di 'ognuno ha i suoi gusti'. 
Che a conti fatti è una frase davvero insidiosa. Postula un'individualizzazione nelle scelte che è a ben guardare alquanto infondata. Se può attirare la mia simpatia per quell' "ognuno", che tutela l'inviolabilità del singolo, mi scade sulla sbrigatività con cui concede un "suoi". 
Perché chi dice con scioltezza "ognuno ha i suoi gusti" non è stato magari sfiorato, neanche per un secondo, dal pensiero che i "suoi gusti" non sono i "suoi". Ma che tutta una selezione che l'umana bestia nella sua storia ha compiuto, con intervento talora decisivo di filosofi, teologi e stregoni, ha creato una concezione non solo del buono, ma anche del bello. I capelli corti roba da uomini, lunghi roba da donne. Chi è che l'ha deciso? Sei sicuro che lì i tuoi gusti siano "tuoi"? Senza scomodare tutto il baraccone (leggesi, struttura e sovrastruttura) con cui la bona societas borghese ci dice cosa desiderare come auspicabile et rispettabile. Che poi in fondo, lì si, ognuno ha i SUOI gusti. Leggesi, di quella società, che  oggi ci compenetra al punto tale che pare goffo e fuori tempo massimo il metterla anche solo in questione.

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