lunedì 11 marzo 2013

"Volere è potere!" - hai dimenticato il grottesco

Non ci crederete, ma sono un uomo timido. Soprattutto nelle cose più importanti, come l'amore. E con il suo pronipote più a buon mercato e diffuso nel nostro tempo, lasciamo perdere. Le mie storie si dividono in due categorie: quelle finite male e quelle non iniziate affatto. La amena vicenda che vi sto per raccontare rientra un po' in ambedue.
Dunque.
Ero stanco di essere solo, quindi decisi di prendere coraggio e di dire come un cantante italoamericano di secoli fa 'stasera mi butto'. Benissimo. Volere è potere, dice l'uomo occidentale. Aspettare la sorte è aspettare la morte, dice spesso una mia cara amica. Non sarò Paul Newman, ma nemmeno un sacco della rumenta, dico io. Perfetto. È sabato sera. Spesse volte mi sono detto: no non esco, con quella malcelata superiorità da intellettuale da strapazzo che camuffa molto bene una deprivazione (per non dire qualcosa d'assonante e tremendamente inflazionato)di istinti vitali. E invece no. È sabato, esco. Oggi è sabato, e anch'io. 
Si va al Blauer Salon. Un posto molto nelle mie corde, una specie di mini casa occupata a prezzi modici e un sincero sentimento sinistroide che galleggia nell'aria. La musica, giusta. Un manipolo di fidati conquilini, nonché amici, al mio fianco. Un gruppo punk locale suona senza troppe pretese facendo il suo onesto mestiere. Ho voglia di muovermi, di scrollarmi la paresi da sedia accumulata nella settimana. E mi muovo. Fluttuo ondivago quasi pogando, il ritmo prende bene. Coinvolgo i miei conquilini, ne mutilo di due dita dei piedi uno. Il pogo prosegue. Una giovane rossa in eskimo dal viso un po' olandese s'avvicina, poga anche lei. Siamo un discreto manipolo di umani tremolanti e barcollanti. 
I punk vanno a letto con la carrozza di Cenerentola che ritorna zucca, ma la festa continua. DJ set. Musica anni sessanta, soul funk terribilmente adorabile. Ballare è inevitabile. E io non evito. Nemmeno lei mi evita. È tornata. Toh, che combinazione. Tutti ci si dimena con intensità, e vedo in lei un singolare entusiasmo. Tento una connessione visiva, allacciata. Mi sposto leggermente di qua e di là nella sala. E lei segue le mie mosse. Non male, deh. Ho caldo. Il mio maglione noir da esistenzialista in pensione è di troppo. Resto in una t-shirt rossamonocroma senza infamia senza lode. Ha caldo anche lei. Che era già in t-shirt. Rimane in reggiseno. In mezzo alla pista.
Mi sento in un film di Quentin Tarantino. Un po' come quando Uma Thurman balla con non mi ricordo chi subito prima di avere una crisi di overdose. Un misto di eccitazione e grottesco, incredulità. Cazzo se volere è potere.
Per un po' balliamo indemoniatamente, e devo dire che il lato ridicolo della cosa è passato in secondo piano.
Poi qualcuno richiama la sua attenzione. Non qualcosa, qualcuno. Lì. Eccolo, lo vedo. C'era già da prima, da quando suonavano i punk di carosello e poi tutti a nanna. Vent'anni, faccia grigia, pare faccia già uso di viagra. Per tutto il tempo, in realtà, è stato lì, a vedere iperboliche corna potenziali crescere sulla sua testa. Senza far nulla.
Una mia conquilina, che aveva più o meno capito la situazione si avvicina. E sta criptoolandesina marca il suo territorio tipo a dire lui (io) sta con me. Ma poi si volta e si avvinghia al linfatico compare, che la bacia con labbra di batrace.
Boh.
Probabilmente voleva solo suscitare una scenata di gelosia.
Ma che magistrale orchestrazione!
Giuro davanti a dio che sono nato fesso.

2 commenti:

  1. Corna crescere sulla sua testa? Secondo me quelli cercavano un threesome, sono quasi sicuro!

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    1. belin, a questa non avevo proprio pensato! ma a tubinga queste cose non sono ancora arrivate mi sa. del resto, l'ho detto che sono nato fesso :)

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