venerdì 1 febbraio 2013

dal bettolino



Ci vado da a momenti dieci anni, a Sottoripa, Genova. forse per me quel posto è Genova. I panini costano un prezzo trozkista: 1 euro, massimo 2. Loro invece sono in 3, padre, madre, figlia. Il padre è stato figlio, mi han detto, e all’epoca eran pure in tre. Suo padre lo bestemmiava di continuo, e lui ora è diventato borbottante e introverso. grande grosso e mugugnone. razza zeneize purissima. Ma con sua figlia si comporta sempre bene. è quasi lei che gli tocca il tempo. Non si fermano un attimo. Madre prepara i panetti nella retrovia, imbottisce una cotoletta dietro un salame piccante al volo. padre li mette in piastra e asseconda le richieste di salse e di combo più strane per pochissimi spicci, figlia prende le palanche e consegna il tutto in adorabili sacchetti marroni. Nel meccanismo taylorista di un metro quadrato c’è poco spazio per la confidenza, specie data l’ineguagliabile calorosità ligure. Ma oggi c’era il nuovo che avanza, diceva il padre, l’acqua tonica kinley. e lo diceva con un sarcasmo parimenti d’indicazione geografica protetta, intriso di scetticismo e di maniman. Non so perché, forse ero solo, forse mi sentivo solo, ma gli ho detto la mia. abbiamo parlato. c’era poca gente poi. solo io e un paio di nordafricani. In otto anni di onorati panini quasi mai ci siamo scambiati una parola, eppure giorgio (si chiama così) mi ha visto almeno una volta ogni settimana, accompagnato da quasi tutte le persone della mia vita. perlomeno quelle con cui ho condiviso un po’ di genova. sicchè gli ho detto, “e speriamo che non ti avanza il nuovo che avanza!” giorgio ha capito subito, e mi ha detto “se vuoi te ne do una cassa, guarda”, mettendo da parte almeno per ischerzo l'altra componente del mio popolo protetta dal wwf, quella per cui siamo più famosi. e ci siamo messi a ridere.

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