Appena sceso alla stazione ebbi una sensazione di squallore
e pericolo. Ragazzi che avranno avuto non più di dieci anni più di me (si
direbbe quindi, uomini) camminare soli con una lattina di birra sotto un cielo
grigio alle tre di pomeriggio. Abbigliamenti e fruttaroli vendo tutto cinesi.
Cinesi, maghrebini. Uno stradone largo, la Oststrasse, tagliava come una lama
sottile la città. Me la immaginavo strade delle compere post bombardamenti,
apogeo di un capitalismo senza senso come a Stoccarda. E invece no. Tutto il
multiculturalismo che vuoi senza cultura. L’affastellarsi di mondi diversi ma
ben poco possibili. Singoli che ondeggiano confusi manco fossero in una canzone
dei led zeppelin. Ognuno responsabile della faccia che ha, ognuno responsabile
di quella fottutissima faccia. Quando vedevo un tedesco mi pareva un
extraterrestre. Come a Genova, la domenica mattina. tutto chiuso, tranne i
cinesi. una desolazione assoluta. Düsseldorf, ho pensato, è come sarà Genova
nel 3000. Tutto quello che ho appena detto, e nel frattempo la città vecchia, i
vicoli, le ultime friggitorie, bettolini e mariezozze non ci saranno più. ci
saranno anche lì solo gli spatkauf. che si chiameranno così, alla tedesca. e i
pochi reduci col vizio della conoscenza si chiederanno ma che cazzo vuol dire
spatkauf? (sì, “cazzo”. perché neanche belin ci sarà più)
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