I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo, diceva qualcuno.e me ne rendo conto a maggior ragione in terra straniera, in lingua straniera. nelle parole che non ho imparato c'è molto di me. se una poetessa doveva molto a coloro che non amava, io devo molto alle parole che non ho imparato. significano che, probabilmente, non ho incontrato situazioni che mi hanno reso necessario apprenderle. per questo i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo. anche per questo. non sapevo cosa fosse un Backblech (teglia? piastra da forno?qui i limiti del linguaggio non sembrano esistere solo dentro di me) finché non è arrivato un anno fa un connazionale napoletano, che divenne ben presto 'o maestro', in cucina e non solo. oppure, nel non sapere a lungo cosa volesse dire neidisch (invidioso) ho pensato che forse proprio una brutta persona non sono. e così via. sì. devo molto alle parole che non ho imparato.
permettendomi, sulla tua scia, di parafrasare la poetessa,
RispondiEliminaloro stesse non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
"non devo loro nulla" -
direbbe la vita
sulla questione aperta.