non
ho mai sopportato la chiacchiera. sfrontatamente, ero solito chiedere: “ma
parli per poi poter fare qualcosa, o fai qualcosa per poi avere di che parlare?”
istrionismo e fastidio. moralismo e faccia di qu. perché chi è senza peccato…
ne
sento tutti i giorni. tutti i santi giorni. amici e conoscenti che si sentono
di poter disprezzare il vicino di ombrellone che discetta con bonaria
simplicitas della pacchiana crociera appena archiviata. e si sentono baciati da
una sapienza iniziatica. ottenuta leggendo la repubblica (non quella di
Platone, quella di Eugenio Scalfari) o leggendo qualche versetto esoterico di
heidegger, a seconda dei gusti.
per
anni ho disprezzato l’uomo medio, probabilmente perché me ne sentivo
minacciato. per anni ho disprezzato la chiacchiera come avvelenamento dell’aria,
manco fosse una nube di plutonio vagante fantozzianamente sopra tutte le nostre
teste. chiunque abbia il vizio della conoscenza e del pensiero è un albatros da
infilzare, come direbbe Baudelaire, e lo so bene anch’io. ma è vero anche che fare
il muzio scevola sempre pronto a mettere la mano sul fuoco ogni cosa che dice,
manco fosse che quello che arde è il roveto oltre il quale è sito un dio
veterotestamentario che ovunque sorveglia… no, anche no.
preferisco
la chiacchiera, piuttosto. come il pronipote dello scevola mi ricorda ogni
giorno: saremo herrsuperdoktor desticazzi, ma siamo anche vegie ciattelle
zeneisi. chi la mano sul fuoco la mette ogni giorno, in ogni parola, mi
accuserà di inautenticità, di essere lontano dalla verità. ma da un po’ di
tempo a questa parte, la verità mi appare inesorabilmente kitsch. ho una
malcelata simpatia per i sofisti, ed un malcelato sospetto che la storia della
filosofia come ce la raccontano poggia su un idiotismo di fondo ben poco
dostoevskijano. un buonismo stucchevole e insostenibile. del resto, sono
talmente frivolo e superficiale che adotto spesso e volentieri la suggestività
come criterio ermeneutico, come un mio sodale tubinghese ben sa. il lato gaga
della vita. si, quello. Gaga, Lady.
La suggestione come metodo ermeneutico. Grande.
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