giovedì 15 dicembre 2016

Una lettera dalla Norvegia

Due anni fa tenni un corso di etica a Jena, il cui tema era perdono, risentimento, vendetta. Uno studente seguiva con particolare interesse, intervenendo con discrezione e pertinenza. Chiedendogli quando avrebbe sostenuto l'esame, mi disse che non era questo il punto. Era venuto a sentire le mie lezioni non per accumulare crediti formativi, ma per una decisione. Per una questione privata che riguardava la sua vita, e che cercava di capire filosoficamente. Poche volte ho sentito il mio lavoro sensato come in quel momento. Poche volte mi sono sentito parimenti responsabilizzato.
Siamo rimasti in contatto. Una decisione pare sia stata presa, e qualche giorno fa ho ricevuto una lettera via posta, scritta a mano e senza mittente, proveniente da un Paese lontano. Era lui. Se c'è una cosa che rende la nostra vita qualcosa di più di una sonnecchiante routine dove cerchiamo di combinare il pranzo con la cena, sono gli incontri che facciamo.

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