domenica 7 dicembre 2014

"Uno stupendo Paese di merda"

Si può essere nostalgici solo a condizione di non avere l’oggetto del dolore, l’algos del nostos, sotto gli occhi. E quando qualcosa è lontano dagli occhi, ben lungi dal diventare lontano dal cuore, sembra sempre un pochettino migliore di quello che è. La siepe leopardiana che il guardo esclude, o i mille km da casa giocano a volte strani scherzi. Questa vita tra Italia e Germania, questa polarità a volte schizofrenica, e che ormai so che è bene non si sciolga mai, ha trovato poche ore fa una eccellente definizione da parte della mia amica N., con la quale da anni pratichiamo assieme lo sport di cercare di capire la conditio italogermanica.

Bene, N. scrive: “l’Italia è un stupendo Paese di merda”.

Come darle torto. La Germania per converso mi riesce difficile dire che sia stupenda (i luoghi comuni di chi mai vi ha messo piede trovano in questo punto la loro ghignante e stolta rivalsa) e soprattutto non è affatto un “Paese di merda” (almeno oggi, 2014). Sospendo il giudizio su che cosa sia un Paese di Merda (grossomodo possiamo intuirlo: è un Paese annichilente e annichilito, che trita ingurgita demolisce e quasi ti espelle, proprio come un cilindro fecale).Mi soffermo un secondo su “stupendo” e sulla sua (inesorabile) correlazione alla Merda.

Stupendo è ciò che desta stupore. 

E sebbene in Italia ci si abitui a tutto, e le logiche non euclidee siano diventate l’ordine delle cose, e per due punti non allineati nello spazio se passa una retta dev’essere una retta “tangente”, sicché tutto sembra visto, detto, scritto, perdiamo il pelo ma non i vizi, e soprattutto il senso morale dell’indignazione, cionondimeno, l’Italia stupisce. Stupisce chi ne prende ogni tanto sano congedo e la guarda un secondo dall’esterno, sospendendo il vacuo ovvio quotidiano intasato dalle (De) Filippiche sempre più populiste. Stupisce per fortuna non solo ciò che la rende un Paese di Merda, ma anche ciò che l’ha resa grande. Gli archi dei Cesari e i palazzi delle signorie rinascimentali, le coste e le Alpi, la mozzarella di bufala e non solo le bufale dei politici, l’alta moda milanese e il panettone basso genovese.


Stupendo viene da stupore, ma non solo lui. 

Uguale e contrario, ingiuriosamente ridicolizzato, lo stupore, proprio di quel primo filosofo che cadde nel pozzo, porta con sé un suo fratello minore: lo stupido. E dio (o chi per lui) solo sa quanto è stupida l’Itaglietta del nostro tempo. Una civiltà dell’estetica che ha difficoltà a darsi un’etica. Questo l’ho detto molte, troppe volte. Ma solo oggi grazie a N. l’ho davvero capito: siamo soggetti e oggetti di stupore come nessun altro popolo al mondo. E quanto questo mi dia noia, chi mi conosce lo sa. Siamo sistematicamente osservati come animali bizzarri in questo grande zoo che poi è il mondo. Quando all’estero ti sentono parlare, molti ti s’avvicinano, e ti chiedono trionfanti: ma sei italiano?! con un misto di ammirazione e scherno, e tanta curiosità. (Come se fossimo rari come il Gronchi rosa, diobono, se non siamo ovunque noi…) 

E questo probabilmente è il motivo: destiamo stupore, perché sanno (spesso senza esserne consci) che siamo stupendi. E per questo ci prendono per stupidi.

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