Ognuno ha le sue emancipazioni. La
mia, di quest’anno che va finendo, forse, è quella dalla condizione di
sensation seeker, da cercatore, quasi cacciatore di sensazioni. Quell’inevitabile
curiositas, atteggiamento neu-gierig, ovvero avido del nuovo-in-quanto-nuovo,
isterico flaneurismo perdaballesco, assurdo struggimento milleriano della
vita-che-quando-è-vita-e-quando-non-lo-è. Sconfinamento talvolta automatico di
chi vive la propria esistenza attraverso un filtro letterario, come un grande
racconto, con un approccio ‘narrativo’ dai sentori a tratti destinali.Sono diventato
uno di quegli ‘scappati di casa’ della letteratura americana che tanto amo, non
ultimo nelle modalità offertemi dalle ineguagliabili pagine di Paul Auster,
così intrise di una speranza drammatica, della possibilità sempre attingibile
di nuovi-inizi. Adesso lo so. Appena due mesi fa trovavo casa II a Jena, traslocando
in quattro e quattr’otto materassi issati con corde da bucato su auto di
generosi conquilini, acquistando mobili di seconda e terza mano su gruppi di
mercatini delle pulci su feisbuc.
Da GIA’ (invece) un mese sono in
Italia. Vivendo in un consapevole sonnecchiare, concedendomi lentezza, un
pizzico di pigrizia e di ozio. Inframmezzando con un soppalcato vacanzino dell’ultimo
minuto in esplorazioni di nuovi futuribili inizi sul Mediterraneo. Ma
soprattutto nell’ovattabambagia dello stare a casa ‘dai miei’, nella protezione
dell’avere pranzo-e-cena pronti, di vecchie fidate amicizie, di un paese dove
vai al mercato e tutti si fermano, da oggi anche con neve. E soprattutto nel
non avere paura di ricaricare le batterie, avendo ben presente che è solo per
un po’. Anche perché tra dieci giorni in Svevia si festeggia la fine di un anno
ch’era iniziato come peggio non si sarebbe potuto e che è finito strabene. E l’inizio
di un nuovo che porterà con sé il senso-di-possibilità di una nuova città, di
un nuovo progetto di lavoro, di nuovi incontri e eventi. Tutto molto eccitante. Ma per ora mi dedico alla consapevole fruizione dell'ovattabambagia invernale a tempo determinatissimo.
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