venerdì 20 dicembre 2013

Consapevole fruizione dell'ovattabambagia invernale

Ognuno ha le sue emancipazioni. La mia, di quest’anno che va finendo, forse, è quella dalla condizione di sensation seeker, da cercatore, quasi cacciatore di sensazioni. Quell’inevitabile curiositas, atteggiamento neu-gierig, ovvero avido del nuovo-in-quanto-nuovo, isterico flaneurismo perdaballesco, assurdo struggimento milleriano della vita-che-quando-è-vita-e-quando-non-lo-è. Sconfinamento talvolta automatico di chi vive la propria esistenza attraverso un filtro letterario, come un grande racconto, con un approccio ‘narrativo’ dai sentori a tratti destinali.Sono diventato uno di quegli ‘scappati di casa’ della letteratura americana che tanto amo, non ultimo nelle modalità offertemi dalle ineguagliabili pagine di Paul Auster, così intrise di una speranza drammatica, della possibilità sempre attingibile di nuovi-inizi. Adesso lo so. Appena due mesi fa trovavo casa II a Jena, traslocando in quattro e quattr’otto materassi issati con corde da bucato su auto di generosi conquilini, acquistando mobili di seconda e terza mano su gruppi di mercatini delle pulci su feisbuc.

Da GIA’ (invece) un mese sono in Italia. Vivendo in un consapevole sonnecchiare, concedendomi lentezza, un pizzico di pigrizia e di ozio. Inframmezzando con un soppalcato vacanzino dell’ultimo minuto in esplorazioni di nuovi futuribili inizi sul Mediterraneo. Ma soprattutto nell’ovattabambagia dello stare a casa ‘dai miei’, nella protezione dell’avere pranzo-e-cena pronti, di vecchie fidate amicizie, di un paese dove vai al mercato e tutti si fermano, da oggi anche con neve. E soprattutto nel non avere paura di ricaricare le batterie, avendo ben presente che è solo per un po’. Anche perché tra dieci giorni in Svevia si festeggia la fine di un anno ch’era iniziato come peggio non si sarebbe potuto e che è finito strabene. E l’inizio di un nuovo che porterà con sé il senso-di-possibilità di una nuova città, di un nuovo progetto di lavoro, di nuovi incontri e eventi. Tutto molto eccitante. Ma per ora mi dedico alla consapevole fruizione dell'ovattabambagia invernale a tempo determinatissimo.

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