venerdì 29 novembre 2013

da Zena a Jena (passando attraverso Tubinga)

dal primo gennaio 2014 sarò stabilmente in compagnia di Hegel, Carl Zeiss, del professor Birkenmeier. e di quello della solitudinedeinumeriprimi. ricercatore all'università di jena. Tre città, due nazioni e mezza, due traslochi. Fernando Pessoa scriveva: Dio non ha unità. Come potrei averla io? glom.
Come ti senti? e chi si sente? Confortably numb, forse. Una conveniente anestesia, strategica e opportuna nello smaltire un sentimento-di-dipendenza-assoluta, come scriveva un teologo a me insolitamente simpatico. Per smettere d’essere servo-della-gleba, come direbbe un cantante dada che arricchisce se stesso e le compagnie dei telefoni. Ci siamo rivisti con lei dopo che il sottoscritto ha ineditamente fatto il prezioso come una stronzetta qualunque, e ha provato un senso di diffusa assenza di fronte a lei che non gli capitava dal gennaio del 2005. digressione effetto seppia: 'allora mi vedevo una volta al mese con una ragazza di un'altra regione. la amavo follemente, e in quelle sette, otto ore al mese che potevo godere della sua presenza, quasi mai riuscivo a esserci davvero. ero come incredulo di averla di fronte a me finalmente, troppo ebbro di quei minuti, li vedevo sfracellarsi come lemmings suicidi nel loro inesorabile susseguirsi, ed alle 17 era già ora di rivestirsi e andare'. (e quelli degli appartamenti a fianco ci chiedevano se era tutto apposto e noi rispondevamo: sì sì stiamo facendo un trasloco. beata impudenza giovanile). Così è stata anche in quella strana sera (non l'impudenza, l'assenza) in cui io e l'eroina (nel senso giovanna d'archesco e loureeddesco) dei miei post estivi ci siamo visti due settimane fa, dopo essermi fatto telefonare e pregare per tre volte di cui una chiudendole letteralmente il telefono in faccia. alla fine ho ceduto e le ho lustrato l'ego chiedendole: ci vediamo? e quando ci siamo visti, come sotto i cieli bianchi della bologna del duemilacinque, io non c'ero. con fare quasi recriminatorio constatavo due monologhi che si alternavano l'uno con l'altro, e intanto realizzavo che le nostre vite erano oramai avviate lungo direzioni diverse. un incontro mancato, come fossimo nel videoclip venuto male di una memorabile canzone di guccini. musica che desideravo condividere non scaldava l'atmosfera. tè bio che salva gli orsi bianchi del belucistan messo su da lei nemmeno.
ma non importa, andiamo avanti. Sono ancora vivo, e vivo all'est tedesco d’un tempo, 'dove le cose s’aggiustano e non si ricomprano subito' (fine dello spot). Dove c’è quasi aria italiana in alcune strade di sampietrini e piante rampicanti irregolari. Dove inizio dopo cinque anni a ragionare su nuovi temi, nuovi pensieri, nuovi filosofi. Un corso da tenere la prossima primavera, per dirne una. Sono successe tantissime cose che non vi dico. Gatti, traslochi lampo, subaffitti, diventare suchtig di wg-gesucht e dei gruppi di flohmarkt su feisbuc, apparizioni dell’olio Carli a oltre 1000 km da casa, portare lo spirito italiano all’estero con fare sornione e tentatore. Come condurre la collega ortodossa nella sua confessione religiosa mediorientale a bere i primi sorsi di alcool proibito. ‘Ferrari è un nichilista pericoloso’, fu detto una volta. Una gran fregnaccia, ma ogni tanto c'è del vero. 
Ora da Jena sono tornato per qualche settimana a Zena. Giusto in tempo per prendere la rincorsa... giusto in tempo per dare ragione a de andrade, quando diceva che 'genova è una città soprattutto da rimpiangere'.

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