lunedì 30 settembre 2013

Indian Summer

la transizione dall'estate alla morta stagione sta portando una ricca vendemmia. settembre, mese del grande raccolto, di un raggrinzirsi nelle prime gelate, e poi il giorno dopo una tshirt e basta che se non stai attento sudi. Un contratto firmato. Collaboratore scientifico, università di Jena. Dal primo gennaio prossimo venturo. Terrò anche un corso. Su buber per flyare down. Senza troppe belinate e complicazioni.  Dopo decine di documenti. Decine di uffici. Decine di appuntamenti presi. Al telefono, al computer, di persona. effluvi di emails. Per un foglio. Per un timbro. Per una copia. La fedina penale pulita. Ottenuta con marca da bollo urgente al tribunale di genova. A tre minuti dalla chiusura. il che vuol dire una seconda marca da bolla, cosi. souvenir d'italie. Nella settimana di ferragosto. Quando manco un paninaro di sottoripa è aperto. Eppure. Numeri di sicurezza sociale e assicurazioni sanitarie. Inps, burgeramt, aok. Dichiarazioni. Di non aver mai appartenuto a organizzazioni estremistiche. Di destra o di sinistra. quelle di centro hanno vita d'oro dappertutto. maledette. Smells like ddr spirit. Fear of the reich. Roba da matti. Cercare stanza. Trovarla alla prima, grazie al mezzo cubano amico della collega che t’ospita una settimana avendoti conosciuto per manco due ore. Mezzo cubano ex cieco dopo trapianto di occhi. Collega ispanofila anzi catalan. E poi ti contatta una quasi ex conquilina del quartiere lustnau. mentre sei in ufficio con la jenese filobarcelonita. Correva l’anno 2009. Non parlavo quasi una parola di deutsch. Lei, ispanica, anzi catalan. praticamente il calco a stampo della simpatica collega. Ha vinto un master a jena. Pare verrà. Le diamo ospitalità. Una strana continuità, di esistenze che si perdono e poi si ritrovano. Dopo anni come se fosse ieri. Un po’ come in e mori con un felafel in mano. le stesse cose ritornano. a volte anche le stesse persone. ed è pure una benedizione, e non un volto ghignante che riemerge nello specchio. nella mia futura stanza c'è un conquilino felide. prenderò tablette antiallergiche. due mesi poi si vedrà. conquilino che mi ha scelto tra dieci e passa, mica male per l'autostima una roba così. il lavoro va avanti, il lavoro nuovo incombe ma che incomba pure. ah, la tesi di dottorato è pronta, 250 pagine, piu appendici che vengon si spera da sè. quella di abilitaizione si pianifica con chiamate conference su skype per i colleghi distanti.  mettere i libri nei cartoni trovati ad minchiam canis. alcuni da rispedire al mittente italia. con un certo senso di liberazione. sei cartoni di soli libri e ce n'è ancora. uno fa il reazionario oltranzista anarcoprimitivista che schifa il kindle di amazon e ogni sorta di ebook reader. poi deve traslocare. smobilitazione della stanza, dell'esistenza. arrivi e partenze. moltissime le partenze. in un paio di giorni vedere alcune stanze in cui hai sostato amabilmente, così accoglienti profumate con tanti dettagli inutili e pertanto amabili resettate imbiancate come rasate a zero e chiuse a chiave per sempre. fino a nuovo proprietario cioè. che arriverà presto e le darà nuova personalità e acconciatura. conciando la stanza. conciandola per le feste. meste, a volte. come nell'abschiedsparty. dove con altri morituri a tutti un te salutant s'è fatto. apocalittici quattro s'è celebrata la dipartita tanto attesa. non s'è bevuto poi molto. qualche spessata. poco ballo. un gioco alcoolico ed una lapdance. con un certo sadismo imporre un'intera bottiglia alla Lei di tante annotazioni qua dentro e sapeste quanti pensieri. il che decreta in maniera spontanea la fine del gioco. e l'inizio di un gioco piu pericoloso. anzi che mandarmi a quel paese come tutti i cristiani, poco cristianamente s'instaura una dialettica. non so se hegeliana o lacaniana. comunque, omaggiamo gli astanti del clubraum di un'invereconda lap dance che più che ibiza nel mio caso fa molto carlo verdone ad anni novanta inoltrati. seguono dichiarazioni d'affetto inedite da parte sua. e un ancor più inedito scetticismo da parte mia. teilweise anche sincero. e soprattutto spontaneo. scioltezza nella stronzaggine. di tutte le cose che mi son studiato d'imparare,  t'ho raggiunta finalmente.  almeno q.b. ma intanto tutto parla di lei lo stesso. certi odori di erbe aromatiche che non so se è tè o maggiorana, certe musiche nostalgiche di sole nella lunaticità isterica di quella che da più parti sento chiamare INDIAN SUMMER. è il san martino del carducci, per intenderci. ed è anche il nome di una band di prog imboscatissima che chi la conosce gli pago da bere.

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