martedì 30 aprile 2013

TUBINGA-ITALIA DURCH SERPENTINEN (road trip)


I viaggiatori mi stanno sul cazzo. Chi mi conosce lo sa. Quello di essere viaggiatore e non turista è l’estremo mito di una società borghese desiderosa di costruire esperienze, cresciuta col mito del fare esperienza a tutti i costi. Dal lavoro al sex, non c’è via di scampo. Ci vuole esperienza. E chi è viaggiatore è l’esperto, l’esperito, l’esploratore per definizione. Conosce il pericolo, il Gefahr che c’è in ogni fahren. Ma anche no. Meglio i turisti ho spesso detto, sorridenti e ricoperti di adorabili chincaglierie kitsch. Felici e paffuti.

Ma anche si, invece. Oggi c’è scappato il viaggio. C’è scappata l’esperienza. Road trip tubinga italia via austria. Anzi, durch serpentinen. Senza lepidezze postribolari asburgiche. Ma anche senza navigatore satellitare né mappa. Né stampate da guida michelin. Nulla. Solo l’idea della baviera a est della svevia. E poi giù quando sei aldilà della perfida elvezia che vuole trentaepassa iuri. Indi, all’est! Dovevamo partire alle 5 del mattino, prima luce come i miliziani romani. Ma è tempo di basso impero. Son quasi le 9. Ci sono un ligure sul posto del morto, un bresciano alla guida, un siciliano baffuto e una pugliese che dorme dopo 30 sec nelle retrovie. No, non è una barzelletta da quarta elementare. Semu nuiatri. Partiamo. Ad minchiam canis, per non dire peggio!

 Già non sappiamo. Dobbiamo andare a stoccarda o no? Come dire. Esco da campoligure: dovrò passare da ovada per andare a pisa? Molto bene. Dopo 5 km netti che sembrano secoli un baffuto camionista alla stazione shell di kirchentellinsfurt ci mostra la via. Dobbiamo andare durch stuggi. E noi ci finiamo pure per entrare a stuggi. E vabè. Finiamo per cantieri e vigneti. Poi appare l’indicazione Munchen. Gaudio. Daghe gas daghe gas. Il motore… il motore… Ulm. Bastioni che reggono autostrade, reducti ad pilonem. E poi richtung Innsbruck. Consultando ogni tanto annotazioni a mano sul retro di un biglietto ryanair. Relative al percorso d’andata. Che noi leggiamo a ritroso. Modificando. Tagliamo via innsbruck. Vedo la lettera I ed un passo semi ignoto e mi lascio come ubriacare da quella vocale: I. seguiamo I. per 20 km siamo in una allegra stradina di montagna, del tutto ignari di essere nei pressi di un confine trinazionale. L’austria è assai sottile. Quasi come una svizzera. E quando vediamo scritto st.moritz temiamo il peggio. Svizzera. No, non quella con le pommes! Quella con la Vignetta a quaranta iuri. Nein nein nein! (cit.) piuttosto torniamo indietro, fino a innsbruck. E invece no. Beviamo l’amaro calice fino a toccare il fondo. Il passo per l’italia è serrato.

Che fare? (cit. par condiciosa). Doganetta austrosvizzera non presidiata. Che fare? (II) Baretto predogana chiuso… nell’ora di prandium! Che fare? (III) Auto tedesca, stello la frage. Sanno nichts. Che fare? (IV). AVVISTATO UOMO CON CANE. Cane, sinonimo di vita domestica nei pressi. Ergo, a conoscenza della geografia locale. Sollevo il quesito. Non vogliamo la vignetta svizzera. Egli è doganiere. Ma ondeggia. Sembra il fratello buono di hitchcock. Anche gli occhi fluttuano, come due cose verdi piene di schnaps. È gentile e loquace. Ci dice più o meno così: fate 7 km fino a Martina (echt!) poi prima di entrare in paese ponte sulla destra E 12 KM DI SERPENTINEN. Me le ricorderò fin che campo le serpentinen. Poi ci dà la sua benedizione e penso che se fossimo rimasti lì ancora 5 minuti ci avrebbe raccontato anche delle sue avventure ai tempi deli lampioni a gas anfrattato tra le serpentinen con lili marleen e stefan zweig a fare il guardone dietro un cespuglio. Ma dobbiamo attraversare territorio svizzero, gli dico. Egal egal strada provinciale, dice lui. Che uomo meraviglioso. Torniamo a bordo. 7 km filano lisci, poi il ponte, nascosto dall’imminente dogana. E quindi taccano i serpentinen. Curve a gomito di sbocco, tornanti nel senso che ti torna su gli spatzle della sera prima e musica dei doors. Guida alla need for speed serpentinen edition. Son cose da provare. L’esperienza, ah, l’esperienza… appare persino un paese, Nauders. Ma che ti serve un castello quando hai 12 km di serpentinen a difenderti?

E poi, persino il confine italiano, ultima cosa che ci saremmo aspettati. Reazione immediata: casa! No. Bugia. Reazione immediata! Retromarsh! Fare benzina austriaca costare meno! Inversione. Benza. Benzinaia striaca incomunicativa. Varco della frontiera senza dogana alcuna. Arrivo in un paese dalla consistenza iperuranica. Tutto pare fluttuare, un po’ come l’amico di prima. Solo la spussa de liam de vaca ci funge da principio di realtà. Mancan 10 minuti alle 2, a l’è tutto serau. Ci tenta un libidinoso ristorante sulla guida michelin, aperto. Ma tra poco apre il despar… arriva la macchina delle proprietarie. Manco il tempo ch’accendan le luci e siamo lì. A esercitare il nostro tedesco, desiderando di stupirle per la nostra capacità di superare l’ostacolo linguistico che tanto lor piace con schadefreude. Il panino con speck piu buono della nostra vita, in un pane ruvido indimenticabile, a poco piu di un euro viene confezionato. E verrà degustato seduti alla pensilina del bus. Poi si riparte. E tra campanili sommersi, mia madre cui dico ‘siamo a bolzano’ e non siamo nemmeno a merano, ‘siamo a trento’ e siamo ancora nella tedescofonia primaria, ‘siamo a brescia’ e…….lo siamo per davvero, arriviamo all’aeroporto di orio al serio.

Serio sto viaggett.
Ok, mito dell’esperienza. Per oggi hai vinto tu, lo ammetto. 

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