I viaggiatori mi stanno sul cazzo. Chi
mi conosce lo sa. Quello di essere viaggiatore e non turista è l’estremo mito
di una società borghese desiderosa di costruire esperienze, cresciuta col mito
del fare esperienza a tutti i costi. Dal lavoro al sex, non c’è via di scampo. Ci
vuole esperienza. E chi è viaggiatore è l’esperto, l’esperito, l’esploratore
per definizione. Conosce il pericolo, il Gefahr che c’è in ogni fahren. Ma anche
no. Meglio i turisti ho spesso detto, sorridenti e ricoperti di adorabili
chincaglierie kitsch. Felici e paffuti.
Ma anche si, invece. Oggi c’è
scappato il viaggio. C’è scappata l’esperienza. Road trip tubinga italia via
austria. Anzi, durch serpentinen. Senza lepidezze postribolari asburgiche. Ma anche
senza navigatore satellitare né mappa. Né stampate da guida michelin. Nulla. Solo
l’idea della baviera a est della svevia. E poi giù quando sei aldilà della
perfida elvezia che vuole trentaepassa iuri. Indi, all’est! Dovevamo partire
alle 5 del mattino, prima luce come i miliziani romani. Ma è tempo di basso impero.
Son quasi le 9. Ci sono un ligure sul posto del morto, un bresciano alla guida,
un siciliano baffuto e una pugliese che dorme dopo 30 sec nelle retrovie. No,
non è una barzelletta da quarta elementare. Semu nuiatri. Partiamo. Ad minchiam
canis, per non dire peggio!
Già non sappiamo. Dobbiamo andare a stoccarda
o no? Come dire. Esco da campoligure: dovrò passare da ovada per andare a pisa?
Molto bene. Dopo 5 km netti che sembrano secoli un baffuto camionista alla
stazione shell di kirchentellinsfurt ci mostra la via. Dobbiamo andare durch
stuggi. E noi ci finiamo pure per entrare a stuggi. E vabè. Finiamo per
cantieri e vigneti. Poi appare l’indicazione Munchen. Gaudio. Daghe gas daghe
gas. Il motore… il motore… Ulm. Bastioni che reggono autostrade, reducti ad
pilonem. E poi richtung Innsbruck. Consultando ogni tanto annotazioni a mano
sul retro di un biglietto ryanair. Relative al percorso d’andata. Che noi
leggiamo a ritroso. Modificando. Tagliamo via innsbruck. Vedo la lettera I ed
un passo semi ignoto e mi lascio come ubriacare da quella vocale: I. seguiamo
I. per 20 km siamo in una allegra stradina di montagna, del tutto ignari di
essere nei pressi di un confine trinazionale. L’austria è assai sottile. Quasi come
una svizzera. E quando vediamo scritto st.moritz temiamo il peggio. Svizzera. No,
non quella con le pommes! Quella con la Vignetta a quaranta iuri. Nein nein
nein! (cit.) piuttosto torniamo indietro, fino a innsbruck. E invece no. Beviamo
l’amaro calice fino a toccare il fondo. Il passo per l’italia è serrato.
Che fare? (cit. par condiciosa). Doganetta
austrosvizzera non presidiata. Che fare? (II) Baretto predogana chiuso… nell’ora
di prandium! Che fare? (III) Auto tedesca, stello la frage. Sanno nichts. Che
fare? (IV). AVVISTATO UOMO CON CANE. Cane, sinonimo di vita domestica nei
pressi. Ergo, a conoscenza della geografia locale. Sollevo il quesito. Non vogliamo
la vignetta svizzera. Egli è doganiere. Ma ondeggia. Sembra il fratello buono
di hitchcock. Anche gli occhi fluttuano, come due cose verdi piene di schnaps. È
gentile e loquace. Ci dice più o meno così: fate 7 km fino a Martina (echt!)
poi prima di entrare in paese ponte sulla destra E 12 KM DI SERPENTINEN. Me le
ricorderò fin che campo le serpentinen. Poi ci dà la sua benedizione e penso
che se fossimo rimasti lì ancora 5 minuti ci avrebbe raccontato anche delle sue
avventure ai tempi deli lampioni a gas anfrattato tra le serpentinen con lili
marleen e stefan zweig a fare il guardone dietro un cespuglio. Ma dobbiamo
attraversare territorio svizzero, gli dico. Egal egal strada provinciale, dice
lui. Che uomo meraviglioso. Torniamo a bordo. 7 km filano lisci, poi il ponte,
nascosto dall’imminente dogana. E quindi taccano i serpentinen. Curve a gomito
di sbocco, tornanti nel senso che ti torna su gli spatzle della sera prima e
musica dei doors. Guida alla need for speed serpentinen edition. Son cose da
provare. L’esperienza, ah, l’esperienza… appare persino un paese, Nauders. Ma che
ti serve un castello quando hai 12 km di serpentinen a difenderti?
E poi, persino il confine italiano,
ultima cosa che ci saremmo aspettati. Reazione immediata: casa! No. Bugia. Reazione
immediata! Retromarsh! Fare benzina austriaca costare meno! Inversione. Benza. Benzinaia
striaca incomunicativa. Varco della frontiera senza dogana alcuna. Arrivo in un
paese dalla consistenza iperuranica. Tutto pare fluttuare, un po’ come l’amico
di prima. Solo la spussa de liam de vaca ci funge da principio di realtà. Mancan
10 minuti alle 2, a l’è tutto serau. Ci tenta un libidinoso ristorante sulla
guida michelin, aperto. Ma tra poco apre il despar… arriva la macchina delle
proprietarie. Manco il tempo ch’accendan le luci e siamo lì. A esercitare il
nostro tedesco, desiderando di stupirle per la nostra capacità di superare l’ostacolo
linguistico che tanto lor piace con schadefreude. Il panino con speck piu buono
della nostra vita, in un pane ruvido indimenticabile, a poco piu di un euro
viene confezionato. E verrà degustato seduti alla pensilina del bus. Poi si
riparte. E tra campanili sommersi, mia madre cui dico ‘siamo a bolzano’ e non
siamo nemmeno a merano, ‘siamo a trento’ e siamo ancora nella tedescofonia
primaria, ‘siamo a brescia’ e…….lo siamo per davvero, arriviamo all’aeroporto
di orio al serio.
Serio sto viaggett.
Ok, mito dell’esperienza. Per oggi
hai vinto tu, lo ammetto.
Nessun commento:
Posta un commento