mercoledì 7 novembre 2012

non è vero. ma è bello che tu me lo dica.


thismustbetheplace mi ricorda sempre il fascino della malinconia come visione del mondo. della seduzione della solitudine. del desiderio di solipsismo. della voluttà di essere solo un solo. fandonie, per fortuna. ma. la sincerità di chi se lo può permettere (vive di rendita cheyenne), la sferza dell’ironia come esercizio dell’intelligenza. contro il buon senso che poi è la banalità del male, in fondo. e i suoi ammonimenti in forma di domande. ci hai fatto caso che oggi nessuna lavora ma in compenso oggi tutti sono artisti? interroga un tatuatore glabro che ha fatto fidanzare la zia paralitica con un buon barbiere. qual è quel momento della vita in cui smettiamo di dire farò e iniziamo a dire è andata così? a una ragazza che lavora in un fast food. che tanto ricorda quella ragazza americana a cui impunemente jack Kerouac chiedeva il suo senso della vita. niente, non mi importa, lei rispondeva. e invece no. lui, cheyenne vivrà qualche giornata con lei. con tante persone. road movie senza nessuna ambizione di crescita esistenziale grazieadio. non mi sto cercando, sono in new mexico, ci avvisa, non in india. e non ha iniziato a fumare perché è rimasto un bambino, e il tempo è la misura di tutte le cose, ci avverte captando l’improbabile saggezza dell’amico cicciopalla detentore di un’arma segreta che farebbe impazzire le donne. eppure non sei attraente, non sei intelligente, e… non ti lavi, gli dice. e i viaggiatori mi stanno tutti sul cazzo, molto meglio i turisti. e alla compagna che lo lascia vincere a pelota per farlo sentire un vero maschione che però non so vivere senza di te risponde NON E’ VERO. MA E’ BELLO CHE TU ME LO DICA. 

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