sabato 28 aprile 2012

La libertà. Il tempo. La paura. (fenomenologia della vita precaria - antinomie della 'ricerca' parte I)


Pare quasi banale dirlo ma libertà è solo un altro nome per responsabilità: se posso rispondere è perchè sono libero: chi libero non è non deve rispondere di nulla, ma solo eseguire per altrui volere. Se, come diceva qualcuno, l'angoscia è la vertigine della libertà, probabilmente è vero anche che, mi sia concesso sillogizzare a man bassa, essa è anche la vertigine della responsabilità, del dover rispondere cioè prima di tutto a se stessi. Perché il primo punto di queste antinomie della ricerca, dette anche fenomenologia della vita precaria di un dottorando ancora al caldo nella sua prima borsa di studio, è proprio questo: libertà-responsabilità-angoscia. Un vero e proprio triangolo del fuoco. che ne nasconde un altro: libertà-tempo-paura.
Hai scadenze, ma sono quasi sempre scadenze che ti autoimponi; la tua giornata lavorativa inizia alle 6 di mattina o alle 6 di pomeriggio, dipende solo da te. Sei un 'libero professionista' in pratica: apri bottega quando vuoi, praticamente nessuno sopra la testa. Senonché. L'assioma di Benjamin Franklin il tempo è denaro è nei primi mesi la verità incondizionata che genera uno stress assoluto: ogni singola ora può significare produrre, produrre può significare sperare di sopravvivere attraverso una pubblicazione in più. Si legge male, si scrive troppo, si pensa pochissimo. La testa rimbomba non solo delle parole nell'altre lingue, ma prima di tutto del concettame da letteratura secondaria mal filtrata, che hai iniziato a percorrere e non sai perché.
La paura è la base di tutto questo; mangia l'anima, e con essa, più o meno, tutto. La paura di non farcela, di rimanere ai margini di una strada finiti questi anni che passano veloci, di avere ventotto anni domani e un cazzo di niente tra le mani. La paura è ciò che innesca ritmi compulsivi, alienazione sempiterna, ossessivi sensi di colpa. Il senso di non fare mai abbastanza, il percepirsi come perennemente insolventi. Questa è la prima cosa che ci dovrebbero insegnare, che ci avrebbero avuto insegnare: non avere paura. anzitutto, del tempo. E della libertà. del 'tempo... (che pare) libero'. Ma ad essere liberi nel tempo. Ti manca il tempo? Ma sei tu che manchi al Tempo! Kronos è l'inevitabile fuoco nel quale tutti bruciamo, ma Kairos non deve diventare un lusso...

1 commento: